anche questa è finita

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Error#999
view post Posted on 23/10/2006, 13:47




INTERLAGOS (BRASILE).
L'ottavo titolo non è arrivato, è andato a Fernando Alonso, che ha bissato il così il successo di un anno fa, ma il vincitore morale del Mondiale 2006 di Formula Uno è un altro: è Schumi. Michael Schumacher si era arreso già due settimane fa a Suzuka, inghiottito con la sua Ferrari da quella nuvola di fumo bianco che aveva vanificato una rimonta lunga un'estate e completata solo una settimana prima con il trionfo di Shanghai. L'ottavo titolo non è arrivato, ma Schumi lascia la Formula Uno da vincitore, con record che molto probabilmente non saranno mai battuti. 250 Gran Premi corsi, 91 le vittorie, 153 i podi e 68 pole position in 16 anni di attività, sempre al vertice.

L'annuncio dell'addio, dato a Monza alla fine della vittorioso Gran Premio d'Italia, era atteso, meno la clamorosa rimonta con la quale il campionissimo tedesco ha annullato i 25 punti di ritardo che lo separavano da Alonso il 25 giugno, dopo il Gran Premio del Canada. Con 5 vittorie in 7 gare (Usa, Francia, Germania, Italia e Cina) Schumi aveva agganciato Alonso a quota 116 prima della trasferta in Giappone. Oggi, dopo il Gran premio del Brasile, vinto da Massa, Alonso, entrato già negli annali un anno fa quando a soli 24 anni si laureò il campione del mondo più giovane nella storia della Formula 1, festeggia il secondo titolo iridato consecutivo, ma si deve scontrare con l'ingombrante ombra del tedesco, campione e personaggio più di lui. Schumi, va detto, ha il vantaggio di correre per la scuderia più amata al mondo, anche se, si può affermare con certezza, non era mai entrato nei cuori dei tifosi italiani.

«Non parla italiano», «è il classico tedesco freddo», «vince ma non regala spettacolo», «non ha cuore», tra le critiche più frequenti indirizzate al 37enne di Kerpen. Quest'anno, però, Schumi sembra avere fatto breccia anche nel fronte dei suoi più irriducibili contestatori: ha trascinato la Ferrari ad una rimonta che nessuno mai si sarebbe aspettato. Perché la prima metà di stagione, esclusi l'occasionale secondo posto alle spalle di Alonso nell'esordio in Bahrain e le due vittorie di Schumi ad Imola e al Gp d'Europa sempre davanti all'arrembante spagnolo, sembrava per la Rossa il malinconico prolungamento del disastroso 2005, con la differenza che stavolta, nonostante una macchina più competitiva, a marcare la differenza era lo strapotere di una indistruttibile e costante Renault.

Sesto posto, alle spalle anche del compagno di squadra Felipe Massa, in Malesia; incidente per entrambe le Rosse e ritiro in Australia; secondo posto in Spagna dietro ad Alonso; quinto a Montecarlo, seppur dopo una bella rimonta alla quale era stato costretto per la penalizzazione subita per la scorrettezza alla fine delle qualifiche; secondo, sempre dietro ad Alonso, sia a Silverstone che a Montreal.

E, infilando un poker di successi consecutivi straordinario, Alonso sembrava avviato verso una facile riconferma iridata. Il quinto posto di Indianapolis del 2 luglio, condito dalla doppietta Ferrari, è stato il primo segnale di cambiamento. Battuto da Schumi in Francia, Alonso ha poi chiuso quinto ad Hockenheim, dove ha assistito ad un'altra doppietta Rossa. Nel cuore della stagione sono poi arrivati gli stranissimi Gp d'Ungheria e Turchia. A Budapest, con i duellanti penalizzati per scorrettezze nelle prove libere e nelle qualifiche, la pioggia aveva scombinato i piani di tutti i piloti, consegnando a Jenson Button con la Honda la prima vittoria in carriera.

Alonso, protagonista di una rimonta clamorosa, era stato costretto al ritiro per noie meccaniche quando era in testa; Schumi, finito nono al traguardo, si era poi visto consegnare d'ufficio l'ottavo posto ed un punticino molto importante per la squalifica del polacco Robert Kubica su BMW-Sauber. Ad Istanbul altra vittoria inedita, quella di Massa, favorito però da un errore di strategia del box Ferrari, che, invertendo l'ordine delle soste in regime di safety car, aveva permesso al brasiliano e ad Alonso di scavalcare Schumi, finito quindi terzo al traguardo. Le vittorie a Monza e a Shanghai, però, hanno permesso al tedesco di riacciuffare Alonso, ritiratosi in Italia e secondo in Cina. Rimonta sfumata, e non potrebbe esserci termine più adatto, a Suzuka. Su quella pista che nel 2000 aveva regalato a Schumi il suo primo Mondiale in rosso, il terzo della sua carriera. E ad Interlagos è andata in scena oggi l'ultima recita di un campione inimitabile, capace di immedesimarsi con la Ferrari forse come mai nessuno prima di lui aveva fatto.

Forse, perché davanti all'emozione che generano nomi come Gilles Villeneuve, Jody Schekter, Niki Lauda, Clay Regazzoni, Jacky Ickx, John Surtees, Alberto Ascari, Nino Farina, Piero Taruffi, Gigi Villoresi, Juan Manuel Fangio o Tazio Nuvolari, chiedendo scusa ai tantissimi piloti esclusi che hanno reso grande negli anni la Ferrari, di certo c'é che nessuno di questi ha mai vinto con il Cavallino quanto Schumi. E scusate se è poco, come dicono a Kerpen.




L'ULTIMO MIRACOLO

San Paolo. Il più grande della storia del calcio, Pelè, ha voluto rendere omaggio al più grande della storia della Formula 1, Michael Schumacher. L’asso brasiliano, prima della partenza del Gran Premio di San Paolo, ha consegnato un premio alla carriera al pilota della Ferrari. Sulla pista di Interlagos, letteralmente osannato dalle migliaia di tifosi presenti, il tre volte campione del mondo Pelè ha consegnato «a nome di tutto il Brasile» una coppa a Schumi sette volte campione del mondo, ringraziandolo per quanto ha fatto in questi sedici anni.
Poi la corsa e alla fine meccanici e tecnici della rossa gli hanno dedicato uno striscione, il suo scopritore Flavio Briatore parole dolcissime, dopo i tanti veleni delle settimane scorse («c’è grande rispetto di fronte a questo straordinario campione. Oggi volava»), i tre piloti finiti sul podio, ad iniziare da Massa, lo hanno nominato e gli hanno reso onore. Michael Schumacher esce di scena dopo uno dei Gran Premi meno fortunati della sua carriera, ma al termine di una corsa da Schumi.
Era ultimo, staccato di quasi trenta secondi da Monteiro, ha sfiorato il podio con una rimonta pazzesca e un sorpasso da brividi a tre giri dalla fine su Raikkonen, il finlandese dagli occhi di ghiaccio che prenderà il suo posto in Ferrari e che ha capito che, al di là delle quasi 38 primavere, il migliore assieme ad Alonso è ancora il Kaiser.
Dopo sedici stagioni, sette titoli Mondiali, 91 vittorie, 69 pole position e tutti i record possibili e immaginabili, al di là di quello delle corse disputate (250, Riccardo Patrese seppe fare meglio), il tedesco di Kerpen esce di scena. Non era l’addio che aveva sognato tre settimane fa, quando aveva vinto in Cina e riacciuffato Alonso in vetta alla classifica. Quel fil di fumo che aveva mandato in frantumi un successo in cassaforte a Suzuka aveva allontanato l’ipotesi del titolo piloti. Restava il Mondiale marche, ma una foratura nelle prime fasi, in un contatto con Fisichella durante un tentativo di sorpasso, ha fatto svenire anche questo sogno.
Ma un fenomeno paranormale come Schumi non poteva accontentarsi di concludere in modo inglorioso ed allora si è reso protagonista di una rimonta fantastica, una di quelle che lo hanno reso celebre, arrivando a sfiorare il podio. E al termine anche lui era commosso, al pari di tutti i suoi familiari, che lo hanno voluto seguire a Interlagos, nella sua ultima fatica. Perchè non è mai facile dire addio per un fenomeno. Soprattutto quando sai di essere ancora al top.
Alla fine l’asso tedesco ha commentato, emozionato, l’ultimo Gran premio della sua carriera: «La corsa è stata abbastanza "caotica" - ha detto - credo che sia questa la parola giusta per decriverla». «Avevamo una macchina vergognosamente veloce - ha aggiunto il tedesco della Ferrari - Per essere onesti, probabilmente eravamo tanto veloci da poter doppiare chiunque. Detto questo, devo aggiungere che è stato un finale di classe, con la velocità che avevamo. Ma evidentemente non era giornata per me, oggi».
Schumi si è congratulato poi con Felipe Massa e Fernando Alonso: «Sono davvero molto felice per Felipe che è riuscito ad essere il primo brasiliano a vincere in casa dopo Senna - ha detto - e naturalmente voglio fare i complimenti anche a Fernando Alonso».
Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, non ha nascosto la sua commozione: «Schumacher ha dimostrato nella sua ultima incredibile gara di essere ancora il più forte. Ma insieme al pilota col quale abbiamo condiviso 11 bellissimi anni - ha proseguito Montezemolo - voglio ricordare l’uomo straordinario che, soprattutto nei momenti difficili, ha avuto un ruolo insostituibile nella nostra squadra. Ci mancherà molto come pilota, ma la collaborazione e il forte legame umano e professionale con la Ferrari non finiranno».
 
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Cullo In Rock
view post Posted on 23/10/2006, 14:12




Anche se non ha vinto il titolo mondiale, Schumi ha chiuso la sua carriera in grande modo rimontando 14 posizioni...che grande campione
 
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MixMask
view post Posted on 23/10/2006, 19:03




Difficilmente ne torneranno altri come lui. Potrà essere criticato per qualsiasi cosa, ma resta comunque un grande campione, a livelli che Alonso non può nemmeno immaginare per ora.
 
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Lionheart88
view post Posted on 23/10/2006, 21:32




maicol per sempre...

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Lionheart88
view post Posted on 23/10/2006, 21:47




ma ora si apre una nuova era,

raikkonen alla ferrari: powah!
 
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Cullo In Rock
view post Posted on 23/10/2006, 21:52




error Riccardino Patrese ha fatto 256 presenze....chi è Raikkonen?? :asd.gif:
 
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5 replies since 23/10/2006, 13:47   175 views
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